E’ stato un Massimiliano Grasso in versione maestro delle cerimonie ad aprire la campagna elettorale della sua stessa associazione rientrando in quella stessa aula Pucci dalla quale qualche anno prima era stato cacciato dallo stesso sindaco Ernesto Tedesco che oggi in prima fila applaudeva ai titoli di coda della sua carriera politica come lo spettatore che, entrato in sala al buio, non capisce se il film sia appena iniziato o stia per terminare.
Insomma lo stesso spettacolo condito però adesso dal più dolce buonismo di sempre tirato a secchiate su un pubblico che, non tutto locale, non capiva dove fossero finiti i cattivi, quelli da sempre additati negli ultimi cinque anni come causa di tutti i mali della Città. Grasso ha promesso solennemente che dalla sua elezione in avanti farà qualcosa di Destra, come se il governo di Civitavecchia negli ultimi cinque anni fosse stato in mano al Partito Comunista.
Silvestroni, Angelilli e Rotelli, big del Partito al Governo sia della Regione che del Paese hanno ribadito come un mantra il fatto che Civitavecchia non sarà lasciata sola. Ma questa verticalizzazione, questa sinergia verso l’altro non si poteva applicare anche nell’ultimo anno dell’amministrazione Tedesco? Cosa dovrà ancora scontare l’uomo che ha tolto la Città ai grillini? Quali colpe occulte gli vengono attribuite dopo che per rimanere un altro po’ a galla ha dovuto dire di si a tutto ed a tutti? Roberta Angelilli ha parlato di grande assunzione di responsabilità e per Civitavecchia questa sarebbe la vera novità, che qualcuno si attribuisse le colpe e non solo i meriti, sarebbe l’unica grande prima volta.
Pensare in grande, strategie condivise, distretto di sviluppo, atmosfera positiva, il campionario del fraseggio elettorale c’è tutto nei discorsi dei big, che sono venuti fino a qui da Roma per benedire la candidatura di Grasso, proprio loro che hanno sempre chiesto concertazione ed unità della destra ed ora, pur di sfilare ogni ulteriore opzione alla Lega e perdere, sono disponibili a infrangere le regole che loro stessi hanno scritto. Il gioco di squadra va bene fino a quando il mazzo lo tengono tra le loro mani, ma le ultime notizie che arrivano da tutto il Paese ci raccontano che le cose non stanno andando benissimo e che quando i Fratelli di Giorgia si impuntano e scappano in avanti tir sempre un nefasto vento di sconfitta.
Grasso è portodipendente e non fa nulla per nasconderlo. Parla di energia, eventualmente rinnovabile che fa tanto green e ci sta sempre bene, dice che non c’è tempo da perdere come se il tempo si fosse fermato cinque anni fa e adesso non vorrebbe riproporre la stessa compagine che prima lo ha cacciato dal Pincio ed ora si vorrebbe sbattere per farcelo tornare, probabilmente per il gusto di dargli il benservito di nuovo, stavolta da Sindaco. Il clima secondo Grasso è da competizione ma non riesce a staccare gli occhi da Molo Vespucci, tutto il suo programma ruota intorno al sito che impiega meno forza lavoro locale di tutti, in rapporto all’elevato fatturato che produce. Il ritornello è sempre lo stesso, mentre chiede di passare da città con il porto a porto-città, sempre con questo porto in testa e magari con la voglia di costruire un paio di nuove banchise su viale Baccelli. Poi via alle frasi fatte come quella di servire Civitavecchia e non servirsene, salvo poi dimenticarsi mentre parla di superare i confini naturali della Città come si chiama il fiume che la separa dal territorio cornetano.
Carissimo candidato Grasso, oltre il Porto c’è un mondo che finora è stato dimenticato e correrà il rischio di essere dimenticato ancora a lungo se il governo della Città si trasferisse da una sudditanza all’Enel ad una sudditanza a Molo Vespucci. Certo, è comodo giocare in casa, masticare la materia che si conosce per sfoggiare preparazione e professionalità. Oltre quei moli c’è una Città in continua emergenza, idrica ed abitativa, che soffre per l’inoccupazione degli adulti, per la scarsità di servizi per gli anziani e l’assenza di prospettive per i più giovani. C’è una Città che considera quale posto migliore la stazione che li allontana dalle loro case verso territorio dove si possa vivere in maniera più responsabile e da protagonisti delle proprie scelte. Questa Città è ancora preda di condizionamenti, storici e immanenti, Il progresso passerà obbligatoriamente attraverso una centralità dei cittadini che potrà prescindere dal Porto, dall’Enel ma non potrà prescindere dal valore che la prossima amministrazione comunale saprà attribuire ai servizi da mettere a disposizione soprattutto delle fasce più deboli di popolazione.
Di questo nella sua fastosa incoronazione Massimiliano Grasso non ha proprio parlato.